La gatta ha visto tutto by Dolores Hitchens

La gatta ha visto tutto by Dolores Hitchens

autore:Dolores Hitchens [Hitchens, Dolores]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838946158
editore: Sellerio
pubblicato: 2023-11-07T23:00:00+00:00


Capitolo undici

Mani amputate

Miss Rachel si astenne dallo sgridare apertamente il tenente. Ma gli fece notare, alla fine di quel pomeriggio, quanto fosse stato inopportuno il suo ingresso dal ferramenta. Il tenente continuò ad avere un’aria frustrata fino al giorno successivo, quando si recò di prima mattina alla centrale. La polizia di Breakers Beach occupa un’ala del nuovo municipio, costruito nel 1938 con uno stile che più moderno non si può. Edson uscì all’improvviso dall’ufficio del capo della polizia scontrandosi quasi con Mayhew. Il tenente allungò la sua grossa mano ma Edson riuscì a schivare. Sapeva come si comportava Mayhew con gli ostacoli.

«Pazzo svitato», inveì Edson. Il tenente cambiò faccia ed Edson capì che sarebbe stato più saggio spiegarsi. «Il tipo nell’ufficio del capo. Ha bevuto tutta la notte e stamattina si è svegliato sulla spiaggia. Dove ha avuto una specie di incubo. Se qualcuno non lo tira fuori di lì, il capo lo uccide».

Mayhew rallentò. «Che cosa crede di aver visto?».

«Il tipo? Oh, è convinto che mentre se ne stava lì disteso, mezzo addormentato, un tizio sotto la sabbia abbia allungato un braccio cercando di afferrarlo». Edson sorrise pensando all’angoscia dell’ubriaco. «Avrebbe dovuto vedere il capo quando lo ha saputo. McGarvey, che stamattina era in portineria, ha pensato che potesse esserci qualcosa di vero e lo ha fatto passare. Se non viene retrocesso per questo, mi mangio il cappello».

Mayhew si mostrò interessato al racconto. Una specie di sesto senso (lui lo chiama «sentire puzza di bruciato») gli fa percepire l’importanza delle cose che non quadrano. «Credo che darò un’occhiata», disse ed entrò incrociando lo sguardo furente del suo superiore. Di fronte al quale, dall’altro lato della grande e lucida scrivania, era accasciato un giovanotto sottile in abiti sgargianti, tutti spiegazzati e luridi. Sopra la cravatta viola, aveva la faccia di uno che si sente male.

«Inutile che dite che non l’ho visto, okay? Io l’ho visto, va bene?». Spostò gli occhi iniettati di sangue verso Mayhew, muovendo lentamente la testa. «Stava nella sabbia, stava». Si morse il labbro inferiore con i denti da coniglio. «E non mi venite a dire che non c’era. Io l’ho visto».

Il capo batté il pugno sulla scrivania e ruggì: «Fuori! Fuori, maledizione! Quante volte te lo devo dire? McGarvey! McGarvey! Oh, Signore. Mayhew, perché faccio questo maledetto lavoro? Guarda questo tipo... ubriaco come una scimmia, e per di più insolente. Al prossimo delirium tremens che McGarvey fa passare gli tolgo il distintivo, e che sia dannato se non lo faccio. Che cosa vuoi?».

Mayhew indicò con la testa verso il giovane ubriaco. «Voglio lui», disse conciso. «Vieni con me, amico».

Andarono nel cubicolo che Mayhew definiva il suo ufficio. Il giovane tornò a raggomitolarsi in una sedia e sedette curvo come se avesse freddo, con le mani intrecciate in mezzo alle ginocchia. La voce si andava abbassando, come un fonografo che necessita della carica. «L’ho visto. L’ho visto per davvero», sussurrò chiudendo gli occhi.

Una volta, a un’asta, Mayhew aveva trovato una sedia che non avrebbe scricchiolato sotto il suo peso; dopo averla provata, l’aveva acquistata senza indagare sulla sua storia.



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